di Ramona Elena Matei


Questo blog è nato dal mio grande desiderio di condividere con voi alcuni brani, da me tradotti, estratti da opere letterarie romene nonché di poesie di autori romeni contemporanei. Fra i tanti poeti e narratori che arricchirono con le loro metafore la cultura romena del ventesimo secolo ho scelto, per adesso, Marin Sorescu, Ana Blandiana, Lucian Blaga, Geo Bogza e Octavian Paler.

La traduzione di una poesia è, purtroppo, un compito molto delicato... Per quanto bella possa sembrare una traduzione, raramente sarà in grado di regalare l'emozione che si prova nel leggere il testo originale. Non per niente il traduttore viene spesso considerato un... traditore! E può darsi che sia giusto così: che la poesia, l'anima stessa di un popolo, la sua parte più profonda, pura ed essenziale, rimanga inaccessibile agli altri, che a cogliere le sue infinite sfumature sia concesso soltanto al popolo che l’ha creata.

Grazie e buona lettura...




Monday, January 24, 2011

PAN
di Lucian Blaga

Coperto di foglie secche su una roccia giace Pan.
E’ cieco ed è vecchio.
Le sue palpebre sono di selce ormai,
In vano cerca di strizzarle,
poiché gli si sono chiusi gli occhi - come le lumache - durante l’inverno.
Calde gocce di rugiada gli cadono sulle labbra:
una,
due,
tre.
La natura sta abbeverando il proprio dio.

Oh, Pan!
Lo vedo allungare la mano, afferrare un ramo
e palpare
con morbide carezze i germogli.

Un agnello si sta avvicinando fra i cespugli.
Il cieco lo sente e sorride,
poiché a Pan nulla da più gioia
che prendere dolcemente fra le sue mani le testoline degli agnelli
e cercare le piccole corna sotto i morbidi bottoncini di lana.

Silenzio.

Attorno a lui le caverne sbadigliano assonnate
e adesso ne viene anch’egli contagiato.
Si stira e pensa:
“Le gocce di rugiada sono grandi e calde,
le piccole corna stanno spuntando,
e i germogli sono pieni.

Che sia primavera?” 

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