di Ramona Elena Matei


Questo blog è nato dal mio grande desiderio di condividere con voi alcuni brani, da me tradotti, estratti da opere letterarie romene nonché di poesie di autori romeni contemporanei. Fra i tanti poeti e narratori che arricchirono con le loro metafore la cultura romena del ventesimo secolo ho scelto, per adesso, Marin Sorescu, Ana Blandiana, Lucian Blaga, Geo Bogza e Octavian Paler.

La traduzione di una poesia è, purtroppo, un compito molto delicato... Per quanto bella possa sembrare una traduzione, raramente sarà in grado di regalare l'emozione che si prova nel leggere il testo originale. Non per niente il traduttore viene spesso considerato un... traditore! E può darsi che sia giusto così: che la poesia, l'anima stessa di un popolo, la sua parte più profonda, pura ed essenziale, rimanga inaccessibile agli altri, che a cogliere le sue infinite sfumature sia concesso soltanto al popolo che l’ha creata.

Grazie e buona lettura...




Saturday, January 22, 2011



NUDISMO

di Marin Sorescu

Con un secchio porto i fanghi
alle donne che praticano nudismo.
Da giovane avevo un parere migliore
sulle donne;
ma qualcuno deve pur fare
anche questo lavoro.

Loro non si fanno più riguardo,
mi chiamano “quello che porta i fanghi”
e vanno avanti con il loro nudismo.
In realtà non faccio più caso a loro.
Le chiamo “le donne che si coprono di fango”
e penso ai fatti miei.

A volte mi viene all’improvviso
una tremenda voglia di bestemmiare:
maledetta la vita,
la gioventù,
la vecchiaia,
la felicità,
l’amore,
il matrimonio,
gli ideali.
Tutte queste bestemmie
si trasformano in fango di ottima qualità.
Almeno le donne lo trovano molto buono
e se lo spalmano addosso.




SENZA PUNTEGGIATURA

- Che avvicina le persone, hai detto?
Non lo so – quasi quasi ti leggerei la pianta del piede.
- O magari il palmo della mano.
- Io leggo soltanto la pianta del piede.
- Quale segno di punteggiatura?
- Nessuno, cioè, scegli un numero.
Che misura porti di scarpe?
- 36.
- Benissimo, il 36 mi ispira.
Comunque, è un numero vincente –
Mi piace il modo in cui chiudi gli occhi.
Quando chiudo gli occhi, galleggio. 



IL MORBO 

di Marin Sorescu

Dottore, sento qualcosa di mortifero
qui, all'altezza del mio essere
mi fa male tutto,
di giorno mi fa male il sole
di notte la luna e le stelle.

Sento una fitta alla nuvola nel cielo
che fino a poco tempo fa non avevo mai notato
e mi sveglio ogni mattina 
con una sensazione d'inverno.

Ho preso invano ogni medicina immaginabile.

Ho amato e odiato, ho imparato a leggere
e ho perfino letto alcuni libri
ho parlato con gli altri e ho pensato,
sono stato buono e bello...

nessuna cosa ha avuto effetto, dottore
nonostante mi sia costata molti anni,
credo di aver contratto la morte
nel giorno
in cui sono venuto al mondo.


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